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Rare foto di Steve Jobs e altri innovatori mostrano la vita a Silicon Valley durante la rivoluzione digitale

Dal 1985 al 2000, il fotografo Doug Menuez ha avuto accesso privilegiato alla vita quotidiana privata di Steve Jobs e di altri brillanti innovatori durante l’ascesa e la caduta del periodo d’oro di Silicon Valley. Riuscì ad avvicinare Jobs, che aveva appena iniziato NeXT Inc. dopo essere stato cacciato dalla Apple, e gli fu dato accesso alla vita di quest’uomo notoriamente riservato che sarebbe diventato un’icona della rivoluzione digitale.

Dalla sala riunioni all’ufficio e al laboratorio segreto in casa, Menuez ha documentato il lavoro estenuante e la passione dei giovani dipendenti, fotografando ogni momento di dubbio, fallimento, successo, e trionfo. La fiducia di Jobs in Menuez ha messo il fotografo nelle grazie degli altri protagonisti di Silicon Valley di quel periodo, permettendogli di fotografare più di 70 altre società e innovatori, tra cui John Warnock di Adobe, John Sculley di Apple, Bill Gates della Microsoft e molti altri.

Il suo lavoro si concluse dopo 15 anni, proprio con la fine di quell’era straordinaria. La bolla del punto-com scoppiò, portandosi via con sé migliaia di miliardi di dollari, milioni di posti di lavoro, e innumerevoli speranze e sogni.
Lasciato con un archivio di oltre 250.000 fotografie, Menuez le custodisce per assicurarsi che la storia del boom tecnologico venga ricordata da tutti, dal pubblico agli eredi del patrimonio digitale che lavora oggi a Silicon Valley, con il suo libro fotografico “Fearless Genius: The Digital Revolution in Silicon Valley 1985-2000“.

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Steve Jobs spiega i cicli tecnologici – Sonoma, California, 1986

NeXT founder Steve Jobs.

Il giorno in cui Ross Perot diede a Steve Jobs 20 milioni di dollari – Fremont, California, 1986

foto-steve-jobs-silicon-valley-anni-80-90-genio-doug-menuez-12In questa foto Steve Jobs, che capiva il potere di un ambiente coinvolgente, ospita un pranzo formale per Ross Perot e il consiglio di amministrazione NeXT in mezzo al magazzino abbandonato che voleva trasformare nella fabbrica NeXT. Disse a Perot che stavano per costruire la linea di assemblaggio robotizzato più avanzata al mondo e che “nessuna mano umana” avrebbe assemblato l’hardware. Aveva predetto che la NeXT sarebbe stata l’ultima società da un miliardo di dollari l’anno a Silicon Valley, e che avrebbe sfornato 10.000 computer al mese. Perot investì 20 milioni di dollari nella compagnia.

Steve Jobs – 1987

NeXT founder Steve Jobs.

Forse non lo sai, ma Susan Kare è parte della tua vita di tutti i giorni – Sonoma, California, 1987

Autosave-File vom d-lab2/3 der AgfaPhoto GmbHLe icone e le interfaccie utente di Susan Kare hanno influenzato la vita quotidiana di centinaia di milioni di persone in tutto il mondo. Susan, che faceva parte del primo team del Mac, ha disegnato le icone originali del Mac e gran parte dell’interfaccia utente. Lasciando la Apple insieme a Steve dopo la sua estromissione, divenne una co-fondatrice e direttore creativo della NeXT, dove lavorò con il leggendario Paul Rand curando la realizzazione delle icone e del logo. Successivamente, creò i design delle icone per molti altri sistemi operativi, tra cui Windows e OS di IBM / 2. In questa foto, sta ascoltando Steve in una riunione con la sua collega Kim Jenkins (a destra).

Steve Jobs illustra al team il lavoro che l’ aspetta – Sonoma, California, 1987

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Idee

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Steve Jobs al ritorno da una visita alla nuova fabbrica – Fremont, California, 1987

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Anche se Steve poteva essere estremamente scortese, critico, e talvolta persino vendicativo, era anche incredibilmente allegro, con un sorriso contagioso e un’energia irresistibile. Nei primi giorni della NeXT, era spesso relegato, ansioso di mettersi al lavoro, ma c’erano anche molti momenti di ilarità sfrenata come questo, quando Steve stava tornando da una visita al sito appena scelto per la nuova fabbrica, insieme ai dipendenti della società, in un vecchio scuolabus affittato.

Steve Jobs che sembra umano – Menlo Park, California, 1987

foto-steve-jobs-silicon-valley-anni-80-90-genio-doug-menuez-15Steve era il tipo che non si concedeva relax. Era solitamente concentrato come un laser sul compito del momento. Per questo fu sorprendente vedere Steve calciare qui e lì questa palla da spiaggia ad un pic-nic del suo team. Sembrava divertirsi, ma sembrava più una performance che aveva come scopo quello di incoraggiare il team a rilassarsi. Sapeva bene da precedenti esperienze che la sua squadra aveva bisogno di pause per sostenere la marcia forzata che sarebbe poi culminata nell’uscita del prodotto.

Steve Jobs osserva l’involucro del NeXT computer – 1987

Autosave-File vom d-lab2/3 der AgfaPhoto GmbHSteve Jobs medita osservando la struttura della superficie del cubo al magnesio anodizzato per il computer NeXT. Steve era spietato con la sua squadra perché capiva la posta in gioco e sapeva che ognuna delle sue migliaia di decisioni si sarebbero sommate e avrebbero determinato fallimento o successo.

I fondatori di Adobe Systems si preparano a presentare al pubblico Photoshop – Mountain View, California, 1988

foto-steve-jobs-silicon-valley-anni-80-90-genio-doug-menuez-25John Warnock (a destra) e Chuck Geschke (a sinistra) pronti a lanciare Photoshop, un software punto di riferimento che avrebbe assolutamente rivoluzionato la fotografia e le arti grafiche.

Steve Jobs tiene un discorso per ispirare la sua squadra – 1988

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“Sto cercando di pensare, si prega di non disturbare” – 1988

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Russel Preston Brown in costume – Mountain View, California, 1989

foto-steve-jobs-silicon-valley-anni-80-90-genio-doug-menuez-26In una difesa pubblica nei primi anni di Photoshop, il direttore creativo della Adobe Systems Russell Brown spiegò che il software è solo un semplice strumento, come un martello, si può utilizzare per costruire una casa o demolirla. Molti fotografi e grafici erano scettici nei confronti della tecnologia digitale e criticavano pesantemente Photoshop. Forse più di chiunque altro, Russell ha il merito del predominio di Photoshop, poiché conquistò la comunità di creativi con i suoi corsi e lezioni su Photoshop, dove importanti fotografi, grafici e artisti venivano invitati per conoscere il software.

Discussioni leggere alla Microsoft – 1989

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Geek sex tra due impiegati – Mountain View, California, 1991

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Steve Wozniak (sinistra) and John Sculley (destra) con il primo Game Boy – San Francisco, California, 1991

foto-steve-jobs-silicon-valley-anni-80-90-genio-doug-menuez-20Il co-fondatore della Apple Computer Steve Wozniak (a sinistra) e John Sculley (a destra), che entrò nella Apple nel 1983 come presidente e CEO, guardano il primo Game Boy.

Bill Gates – Laguna Niguel, California, 1992

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Sun Microsystems- 1992

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Programmatrice neo mamma alla Apple Computer – Cupertino, California, 1993

foto-steve-jobs-silicon-valley-anni-80-90-genio-doug-menuez-11Sarah Clark, programmatrice della Apple, continuò il lavoro con il suo bambino appena nato senza quasi mai lasciare l’edificio per due anni, per consentire al team di finire il software. Tirava una tenda nel suo ufficio in modo che i colleghi sapessero quando era l’ora del pisolino o se stava allattando il suo bambino. La sua dedizione era tipica dei dipendenti Apple, e i manager si mostravano in genere grati. Furono adottati orari flessibili e altre facilitazioni, e John Sculley dimostrò la sua leadership mettendo donne in posizioni di potere (una mossa insolita nella Silicon Valley dell’epoca).

Backstage prima di una conferenza stampa – 1993

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Pausa esercizi alla Intel fab 11x – Rio Rancho, New Mexico, 1998

color reversal: KODAK UNIVERSAL E6. SBA settings neutral SBA off, color SBA onI lavoratori all’interno del più grande impianto di fabbricazione di chip della Intel si esercitano e si stirano durante il momento  di pausa. La fabbrica è un’enorme stanza sterile, e i lavoratori dovevano indossare queste tute in tutta la struttura per prevenire la contaminazione da pelle e capelli.

Controversie con gli investitori alla NetObjects – 1999

foto-steve-jobs-silicon-valley-anni-80-90-genio-doug-menuez-06CEO e cofondatore della NetObjects, Samir Arora, discute con i suoi due principali investitori, che erano insoddisfatti della sua leadership.

La fine del sogno – Silicon Valley, 2000

foto-steve-jobs-silicon-valley-anni-80-90-genio-doug-menuez-27Tutto ciò che sale, finisce per scendere prima o poi, è il ciclo naturale della vita. Sapere che tutto doveva giungere a una fine era una preoccupazione costante e motivo di discussioni a Silicon Valley, ma in pochi hanno intuito il momento esatto in cui tutto ha cominciato ad andare a rotoli. Per il 2001, migliaia di miliardi di dollari degli azionisti furono spazzati via. Sembrava come se una nube tossica fosse scesa e avesse soffocato i lavori e i sogni. Ma stava per nascere il Web 2.0, portando con sé Google, Facebook, Twitter, ecc per tracciare nuovi percorsi, attirando un’altra generazione a Silicon Valley. Il sogno era troppo grande per morire.

Trovi il libro fotografico “Fearless Genius: The Digital Revolution in Silicon Valley 1985-2000” su Amazon.

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