Avete bisogno di una pausa dalla routine quotidiana? I finalisti dei Nikon Comedy Wildlife Awards sono qui per regalarvi una dose di buonumore. Questo prestigioso concorso fotografico internazionale, che celebra il lato più divertente del regno animale, ha svelato anche quest’anno una selezione di scatti davvero memorabili.
Le immagini in gara dimostrano che la natura ha un senso dell’umorismo tutto suo: espressioni buffe, timing perfetti e situazioni curiose immortalate nell’attimo giusto. Ma dietro ogni risata c’è anche un messaggio importante. Il concorso, infatti, nasce con l’obiettivo di sensibilizzare il pubblico sulla conservazione della fauna selvatica, dimostrando che proteggere gli animali può passare anche attraverso un sorriso.
Sfogliate la galleria qui sotto per scoprire quali momenti incredibili hanno catturato i fotografi di tutto il mondo, e non dimenticate che qui su Keblog la classifica la decidete voi, lettrici e lettori, con un “like” sotto alle vostre foto preferite!
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#1 Henry Szwinto, “Bubusettete”

"Un elefante dello Sri Lanka che gioca a nascondino… usando le sue orecchie."
#2 Magnus Berggren, “Travestito da freccia”

"La storia di questa foto è semplice: ero uscito per fotografare aquile, quando una piccola “freccia” ha attraversato il cielo a tutta velocità — era un picchio nero. Mentre ripiegava le ali sotto il corpo, creando l’illusione perfetta di una freccia in volo, sono riuscito per fortuna a catturarlo nell'inquadratura e perfettamente a fuoco, nonostante in quel momento stessi usando un tempo di scatto piuttosto lento."
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#3 Alison Tuck, “Ora… dov’è il mio nido?”

"Una giornata ventosa sulle scogliere di Bempton, in piena stagione di nidificazione."
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#4 Erkko Badermann, “Carrelli d’atterraggio abbassati”

"Questa fotografia è il frutto di una vittoria conquistata con la pazienza. Da diversi anni fotografo gli strolaghe minori (o svassi collorosso). Mi sdraio sul bordo di uno stagno, nascosto sotto una rete mimetica, per riprendere i loro rituali di corteggiamento primaverile. Il terreno è umido e freddo. Quella mattina, una nevicata fuori stagione mi ha colto di sorpresa, rendendo quasi impossibile scattare. Sdraiato sulla riva gelata dello stagno, ho pensato che non avesse senso restare lì. Stavo quasi per andarmene.
Tuttavia, ho deciso di aspettare ancora un po’. La nevicata si è trasformata in fiocchi leggeri e silenziosi, e una sottile nebbia si è alzata dalla superficie del lago. Un'altro strolaga sul lago era diventata bianca per la neve. Dal suo comportamento ho capito che il compagno stava arrivando, e sono riuscito a metterla a fuoco contro il cielo grigio. L’ho persa per un attimo, ma l’ho ritrovata proprio prima che atterrasse sull'acqua. Lo strolaga minore non è un grande volatore, e i suoi atterraggi sono di solito piuttosto goffi: cerca l’equilibrio allungando le zampe all'indietro, poi si lascia scivolare sull'acqua con il ventre. Mi piace dire che usa il lago come pista d’atterraggio.
Questa volta, però, l’uccello è venuto dritto verso di me, così stabile che sembrava avesse preso lezioni di volo.
La fotografia mi accompagna nelle mie mostre, e ogni volta strappa un sorriso agli spettatori. C’è qualcosa di buffo in questa scena, e ho pensato che fosse perfetta per questo concorso, capace di portare un po’ di gioia a chi la guarda."
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#5 Geoff Martin, “Bucero di fretta”

"Mi trovavo in un capanno fotografico a Zimanga, in Sudafrica, sperando di immortalare alcuni avvoltoi dorso bianco, quando è comparso questo bucero meridionale dal becco giallo e si è piazzato proprio davanti all’obiettivo, oscurando completamente la visuale. Dopo alcuni minuti di frustrazione, un falco di Harris è arrivato all’improvviso da destra, proprio mentre il bucero decollava. Tuttavia, l’espressione dell’uccello sembra di puro panico, come se il falco lo stesse puntando per colazione!
La presenza di entrambi gli uccelli nella foto aiuta a raccontare la scena e a rendere più evidente l’urgenza della fuga del bucero. Niente paura, comunque: il bucero è volato via illeso!"
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#6 Christy Grinton, “Giornata no per i capelli!”

"Per la mia foto “Bad Hair Day” mi trovavo in un parco del centro di Victoria quando ho visto passare un’ombra grigia. Guardando meglio, ho capito che si trattava di una mamma scoiattolo grigio che stava trasferendo i suoi piccoli in un nuovo nido. L’erba era bagnata di rugiada quella mattina, così la sua coda si inumidiva mentre correva. Entrando nel nuovo nido, la coda le è rimasta fuori e, quando si è girata per uscire, per un istante la testa le è rimasta coperta dalla coda bagnata. Quando l’ho vista, mi è venuto da sorridere: mi ha ricordato quel momento in cui hai appena lavato i capelli e suona il campanello! Mi sono piaciute anche le texture e i colori della corteccia dell’albero di arbutus che la circondava, in perfetta armonia con il suo “bad hair”."
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#7 Grayson Bell, “Il battesimo del convertito riluttante”

"Una mattina mi trovavo con la macchina fotografica vicino a uno stagno non lontano da casa. Ho notato due rane che combattevano e ho scattato una serie di foto. L’immagine ritrae due rane verdi maschio, una specie originaria del Maine. Di solito hanno il dorso di colore verde-bruno con strisce più scure sulle zampe posteriori e la parte inferiore più chiara. I maschi spesso hanno la gola gialla, mentre nelle femmine è bianca. Il loro verso è un suono gutturale, simile a un “boink”.
In questa scena, i due maschi stanno lottando per il territorio. Possono arrivare a veri e propri scontri fisici, simili a una lotta di wrestling, per difendere una zona preziosa in grado di attirare le femmine. Ho scattato diverse foto, ma questa mi ha fatto sorridere in particolare: sembra che una rana stia cercando di “battezzare” l’altra… contro la sua volontà!"
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#8 Valtteri Mulkahainen, “Sorridi, ti stanno fotografando”

"Mentre stavo fotografando degli orsi, questo cucciolo di un anno mi ha visto e ha iniziato a "sorridermi". A quanto pare, era già abituato a posare davanti ai fotografi."
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#9 David Rice, “Oh no, ci risiamo!”

"Le folli mattinate delle gru dalla corona rossa, sempre pronte a dare spettacolo con le loro buffe acrobazie."
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#10 John Speirs, “È dura la vita da papero”

"Ho scattato questa foto in una giornata grigia e cupa. L’anatra stava semplicemente seduta sulla superficie del fiordo marino, quando un raggio di luce ha squarciato le nuvole illuminandola all’improvviso — e sembrava quasi che fosse entrata in modalità vacanza."
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#11 Meline Ellwanger, “Il coro”

"Un momento incredibilmente fortunato e divertente: questi tre leoni hanno sbadigliato tutti insieme, come se stessero cantando in coro."
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#12 Liliana Luca, “Pubblicità dei Fonzies”

"Questo momento è avvenuto dopo che i turisti avevano lasciato Nosy Komba, in Madagascar. Mi sono fermata, lasciando che il silenzio mi avvolgesse, e ho rivolto l’attenzione a un gruppo di sifaka incoronati (Propithecus deckenii). Ed è allora che lui è apparso, fissandomi con occhi grandi e curiosi, come se si stesse chiedendo cosa ci facessi lì… o forse cosa stessi indossando.
Poi, con la grazia di un attore teatrale e il tempismo di un comico, ha alzato la mano, l’ha leccata con aria riflessiva e si è fermato a metà gesto — come se sapesse esattamente cosa stava facendo.
La foto mi ha fatto subito pensare a quella vecchia pubblicità degli snack: “Se non ti lecchi le dita… godi solo a metà!”
Ed è proprio questo che amo della fotografia naturalistica: a volte, il senso dell’umorismo della natura supera il nostro — basta essere pronti a coglierlo."
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#13 Mark Meth-Cohn, “Maaamma, basta coccole!”

"Ho scattato questa foto durante un viaggio in Ruanda all’inizio di quest’anno, trascorrendo quattro giorni indimenticabili tra le nebbiose montagne del Virunga, alla ricerca delle famiglie di gorilla che vivono lì. Quel giorno pioveva a dirotto e, quando abbiamo raggiunto il gruppo, eravamo completamente fradici — proprio come loro. Nonostante il maltempo, questa mamma gorilla ci ha mostrato con orgoglio il suo piccolo, in un tenerissimo momento di affetto. La scena era commovente ma anche divertente: il cucciolo, infatti, sembrava tutt'altro che entusiasta di tutte quelle coccole!"
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#14 Chris Stanley, “Tutti sorrisi”

"Una libellula Flame Skimmer si posa sullo stelo di una pianta di aloe vera e sfoggia un rapido sorriso per la fotocamera. Posso dire di non aver dovuto viaggiare molto per catturare questa immagine — l’ho scattata direttamente nel mio giardino! Solo quando l’ho vista su uno schermo più grande mi sono accorto dell’espressione felice che sembrava avere sul viso."
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#15 Stefan Cruysberghs, “Scoiattolo in volo: modalità resa”

"Alcuni anni fa, vicino a casa mia c’era un semplice capanno di legno in affitto in una foresta famosa per la vivace popolazione di scoiattoli rossi. Avevo già visitato il posto più volte e alla fine ho iniziato a sperimentare scatti mentre gli scoiattoli saltavano. Il risultato sono state moltissime foto mosse, ma anche alcuni momenti divertenti e curiosi — come quello che ho inviato al concorso. Purtroppo, la foresta è stata poi abbattuta a causa di un’infestazione di coleotteri della corteccia, ma conservo ancora con affetto le immagini di questi piccoli acrobati agili e buffi. In questa foto, mi è sembrato che lo scoiattolo in volo sembrasse arrendersi completamente — braccia spalancate, in piena “modalità resa”!"
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#16 Lars Beygang, “Area fumatori all’aperto”

"Durante la primavera mi era stato commissionato di fotografare la fauna urbana di una città vicino alla mia, in Baviera. Dopo diverse mattine all’alba trascorse accanto allo stagno, ho deciso di tornare ancora una volta nello stesso punto. Era una mattina molto fredda, con una temperatura così bassa da rendere visibile il respiro. Quando i primi raggi di sole hanno iniziato a filtrare da dietro, ho notato un germano reale appollaiato su una staccionata, che starnazzava verso l’aria. Ho premuto in fretta il pulsante di scatto, sperando di catturare il vapore che usciva dal suo becco. La scena mi ha fatto sorridere: sembrava proprio che l’anatra fosse uscita un momento… per fumarsi una sigaretta nella luce gelida del mattino."
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#17 Massimo Felici, “Amore, per favore basta!”

"Durante un safari fotografico nel Parco Nazionale del Serengeti, in Tanzania, stavamo seguendo questa coppia di leoni innamorati. Purtroppo, il loro momento romantico è stato interrotto da un violento temporale, che ha smorzato un po’ l’entusiasmo!
Ne è nata però una scena tenera e divertente: entrambi si scuotevano per asciugarsi dalla pioggia, ma il maschio aveva sempre la meglio… grazie alla sua splendida criniera!"
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#18 Michael Lane, “Le aquile di Steller fanno il tango kung-fu”

"Le aquile di Steller sono le aquile più pesanti del mondo: possono arrivare a 9 kg di peso e a un’apertura alare di 2,5 metri. Vivono nel nord della Russia, del Giappone e della Corea, e si stima che oggi ne restino solo circa 4.500 esemplari adulti. Durante l’inverno, uno dei luoghi migliori per fotografare questi giganti del cielo è l’isola di Hokkaido, nel nord del Giappone, dove le temperature scendono regolarmente fino a –18 °C. Ogni anno, tra febbraio e marzo, al largo della cittadina di Rausu si forma una grande distesa di ghiaccio, e fu proprio durante un’uscita in barca all’alba, diretta verso quella banchisa, che scattai questa foto.
Sulla banchisa si possono vedere numerose aquile di Steller, spesso in competizione con le più piccole aquile di mare codabianca per il cibo. La vera sfida è riuscire a isolare un momento d’azione in mezzo a tanto movimento. Quando il sole è sorto, tingendo d’oro gli uccelli e il ghiaccio, ho visto questa coppia litigare per un pesce: una sembrava colpire l’altra con un calcio mentre teneva ancora una zampa sulla preda, e poi entrambe hanno sollevato un’ala all’unisono — come in una danza perfettamente sincronizzata.
Ho immortalato la scena con una fotocamera mirrorless Nikon Z9 e un obiettivo zoom: un istante che unisce potenza, armonia e un pizzico di ironia, come un vero “tango kung-fu” tra giganti del cielo."
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#19 Beate Ammer, “Il principe ranocchio della vite”

"Ecco il principe ranocchio del mio piccolo giardino: se ne sta lì, pigramente disteso a fare la guardia alla mia vite, in attesa di un bacio… anche se credo sia più interessato all’uva. Questo affascinante anfibio sembra aver scambiato la vite per la sua corte reale, sdraiato tra i grappoli come il sovrano indiscusso del vigneto."
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#20 Hikkaduwa Liyanage Prasantha Vinod, “Boccaccia felina”

"Questi sono due dei tre cuccioli di leopardo di una stessa cucciolata: due femmine e un maschio. Nell’immagine, il più grande è il maschio, mentre l’altra è una delle femmine. Pochi minuti prima dello scatto, i tre stavano giocando insieme su quel masso.
Poi una delle femmine ha notato qualcosa muoversi tra i cespugli e si è allontanata per indagare. Gli altri due volevano seguirla, ma prima si sono lasciati andare a questo momento di gioco scherzoso che ho avuto la fortuna di immortalare.
Questi tre cuccioli erano stati avvistati nella zona nei giorni precedenti, e noi avevamo percorso circa 200 chilometri da Colombo per provare a fotografarli. Quel giorno, il nostro autista ci ha consigliato di entrare dal varco di Katagamuwa (invece che dall’ingresso principale dello Yala National Park), così da raggiungere più rapidamente il masso e l’area dove i cuccioli si aggiravano. È stata una scelta perfetta: c’era solo un’altra jeep nei dintorni, e abbiamo potuto trascorrere tutto il tempo che volevamo con i tre piccoli leopardi. Una giornata davvero indimenticabile."
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#21 Laurent Nilles, “Oh mamma!”

"Un giovane babbuino alza lo sguardo mentre un elefante si avvicina, incerto se restare fermo o darsela a gambe. Pochi istanti dopo lo scatto, ha deciso saggiamente di scappare."
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#22 Warren Price, “Presa alla testa”

"Queste urie stavano nidificando su una stretta sporgenza rocciosa: lo spazio era davvero limitato. I nidi erano tutti ammucchiati uno vicino all'altro, il che non favorisce la convivenza — le urie infatti sono estremamente territoriali. L’aggressività e le battaglie per lo spazio di nidificazione sono frequenti, e ho catturato l’immagine di un’esemplare dall'espressione perplessa con la testa saldamente bloccata nel becco del vicino. Mi è piaciuto molto lo sguardo diretto dell’uccello verso il mio obiettivo: quel collarino bianco intorno all'occhio sembrava quasi sottolineare la sua posizione scomoda! A volte si ha proprio voglia di “mordere la testa” al vicino… letteralmente."
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#23 David Fettes, “Giornata perfetta per i capelli”

"Il soggetto della foto è un uccello ombrello dell’Amazzonia (Cephalopterus ornatus). L’ho fotografato in una foresta del Pantanal, in Brasile. Sembrava stare male e non riusciva a volare, così ho contattato un veterinario in una città non troppo vicina: sono arrivati e l’hanno portato via per curarlo — spero davvero che sia andato tutto per il meglio.
In volo o mentre si alimenta, la cresta di piume sulla testa — che, quando è abbassata, gli copre completamente il viso — viene spinta all'indietro formando una sorta di ciuffo appuntito. Ma quando la tiene in avanti, è impossibile non ridere: ha un aspetto assolutamente buffo!"
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#24 Andrey Giljov, “Benvenuti al corso di yoga zen per lemuri!”

"Il lemure istruttore mostra un entusiasmo impeccabile, allungandosi verso l’alto per abbracciare l’universo.
Il lemure allievo, invece, si chiede se l’illuminazione valga davvero tutta questa fatica… prima di colazione.
Flessibilità? Facoltativa.
Spirito drammatico? Obbligatorio."
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#25 Paula Rustemeier, “Scateniamoci in pista!”

"Ho scattato questa foto quasi all’inizio del mio percorso nella fotografia naturalistica. Ho sempre amato la natura, ma fino ad allora fotografavo quasi solo il mio cane. Tutto è cambiato quando, per una tesina di biologia a scuola, ho iniziato a osservare le volpi: da lì è nata la voglia di fotografarle e conoscerle meglio.
La foto è stata scattata in una riserva naturale, dove le volpi non vengono cacciate e quindi si lasciano vedere anche di giorno — una cosa che ho notato in tutte le aree con bassa pressione venatoria che ho visitato.
Non sono una grande fan del mimetismo: a volte lo uso, ma ho scoperto che il modo migliore per fotografare le volpi, soprattutto i cuccioli, è semplicemente esserci. Con il tempo, di solito diventano curiose o ti percepiscono come qualcosa di naturale, non una minaccia. In entrambi i casi, finiscono per avvicinarsi. Mi è già capitato che alcune mi mordicchiassero le scarpe, o che cacciassero topolini a pochi metri da me!
Ho usato lo stesso approccio con queste volpi. Così ho potuto seguirle e documentarle per diversi mesi, mentre crescevano. La loro tana si trovava in una valle sabbiosa. A volte ne trovavo una o due che dormivano lì durante il giorno, ma al crepuscolo si ritrovavano tutte insieme in quel punto, diventavano vivacissime e giocavano tra loro — proprio come nella foto.
Il tempo passato con loro mi ha insegnato molto sul loro comportamento sociale. Le ho viste litigare, cacciare, dormire, pulirsi a vicenda e, naturalmente, giocare — che è sempre la mia parte preferita! È impossibile non ridere guardando le volpi giocare con le loro personalità buffe e vivaci.
Da allora, ogni primavera ed estate continuo a fotografare e seguire i cuccioli di volpe, e ho vissuto tantissimi altri incontri meravigliosi con loro e con altri animali selvatici."
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#26 Jenny Stock, “Sorridente”

"Durante un’immersione subacquea nelle Filippine, questo pesciolino continuava a far capolino dalla sua casa — un piccolo buco nel corallo decorato. Ho scattato alcune foto e mi ha subito conquistato la sua faccia birichina, con quel sorriso irresistibile!
Questa specie dall’aspetto così allegro è il blenny dai denti a sciabola a strisce blu (bluestriped fangblenny), lunga circa otto centimetri, e possiede un raro meccanismo di difesa: quando si sente minacciata, può mordere un predatore e iniettargli un veleno.
Il veleno provoca vertigini e disorientamento, riducendo la capacità del predatore di inseguire e catturare il blenny. Ho scattato la foto a una profondità di dieci metri, nelle acque delle Filippine, usando una fotocamera mirrorless in custodia subacquea e due flash subacquei per illuminare il soggetto."
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#27 Mark Meth-Cohn, “Battiamoci il cinque”

"Ho scattato questa foto durante un viaggio in Ruanda all’inizio di quest’anno, durante il quale abbiamo trascorso quattro giorni indimenticabili esplorando le nebbiose montagne del Virunga alla ricerca delle famiglie di gorilla che vivono lì. Quel giorno ci siamo imbattuti in un grande gruppo riunito in una radura: gli adulti erano intenti a cercare cibo con calma, mentre i giovani giocavano con entusiasmo. Un giovane maschio, in particolare, sembrava voler mostrare le sue doti acrobatiche: piroette, capriole e calci in aria. Osservare la sua esibizione è stato un vero piacere, e sono felicissimo di essere riuscito a catturare in questa immagine il suo spirito gioioso e giocoso."
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#28 Bret Saalwaechter, “Non vedo l’ora di diventare re”

"Sono sempre stato affascinato dalle complesse dinamiche sociali dei leoni, e non c’è posto migliore per osservarli del Parco Nazionale del Serengeti, in Tanzania. Ho scattato questa foto nel settembre 2024, durante la stagione secca, quando la scarsità di cibo e acqua può accentuare le tensioni familiari. Una mattina, vicino ai Semetu Kopjes, abbiamo trovato un branco coinvolto in un vivace parapiglia: i cuccioli affamati reclamavano il latte, le madri cedevano per un po’, poi si ritiravano esauste.
La vita nella stagione secca non è certo una passeggiata — i leoni attendono con impazienza la Grande Migrazione e il banchetto che porterà — ma offre comportamenti spettacolari. E questi cuccioli erano i veri protagonisti. Per oltre un’ora hanno seguito la madre attorno a uno dei celebri kopje del Serengeti — le iconiche formazioni rocciose che punteggiano il paesaggio — alternando momenti di gioco e tentativi di poppare. Ogni volta, la madre, già irritata dal caldo soffocante, ruggiva per avvertirli e si allontanava per un po’ di tregua.
Ma i piccoli, testardi come solo i cuccioli sanno essere, la inseguivano mordicchiandola e chiedendo ancora attenzione. Questo tira e molla si è ripetuto più volte, finché, tra ruggiti e proteste, le leonesse sono balzate sul kopje in cerca di pace — subito seguite dai loro instancabili figli. Quando il caos ha raggiunto il culmine e tutto il branco si è unito in un concerto di ruggiti e lamenti, ho colto l’attimo perfetto per scattare."
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#29 Jessica Emmett, “Abbraccio da battaglia”

"A causa della mia mobilità limitata, spesso uso uno scooter elettrico per fare fotografia naturalistica, quindi mi muovo soprattutto nel mio parco locale, il Bishan–Ang Mo Kio Park di Singapore. Durante una tipica mattina nuvolosa, la mia attenzione è stata catturata da due varani che combattevano in lontananza. Erano molto vicini al sentiero principale, ma sembravano completamente indifferenti alle persone che passavano camminando, correndo, andando in bici o filmando con il telefono. Dal vivo, la scena sembrava una battaglia intensa di forza e resistenza, anche se i movimenti erano lenti — un po’ come una gara di braccio di ferro tra avversari alla pari.
Le foto, però, non rendevano affatto la tensione del momento! Sembravano piuttosto due varani che si abbracciavano teneramente, così ho deciso di lasciarle così, giocando con l’ironia della scena.
Non capita spesso di vedere varani combattere, perché sono animali per lo più solitari. Tuttavia, non mi ha stupito vederli scontrarsi proprio lì: sotto gli alberi dove nidificano gli aironi, da cui spesso cadono uova e resti di cibo, e accanto al fiume. Un territorio perfetto — e quindi conteso.
Poco dopo lo scatto, è comparso un terzo varano, più grande: con un colpo di coda ha scacciato entrambi gli altri, entrando nella lotta e vincendo lo scontro. Ho assistito all'intera sequenza per circa dieci minuti: uno spettacolo davvero incredibile da osservare… a pochi metri dal sentiero di un parco cittadino."
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#30 Miles Astray, “Flamingone”

"Tutti abbiamo visto un fenicottero, ma avete mai visto un flamingone? Solo un’intelligenza artificiale potrebbe inventarselo. O forse l’ho inventato io? Con i contenuti generati dall’AI che stanno rimodellando rapidamente il panorama digitale e alimentando un acceso dibattito sul futuro della creatività, dei creatori e del pubblico, ho deciso di iscrivere F L A M I N G O N E nella categoria AI dei 1839 Awards. Quell’eccentrico ha persino vinto due premi — poi revocati quando ho rivelato che la parte “surreale” di questa creatura era in realtà “reale”: un vero animale, in una vera fotografia.
L’idea era dimostrare che Madre Natura (e i suoi interpreti umani) possono ancora battere la macchina, e che creatività ed emozione non si riducono a una sequenza di cifre.
L’immagine mostra un fenicottero che sembra senza testa, ma vi assicuro che è lì, da qualche parte. In realtà, l’uccello sta semplicemente svolgendo la sua routine mattutina su una spiaggia dei Caraibi, con la testa infilata sotto il corpo per pulirsi il piumaggio. Quello che appare come un fenicottero decapitato è, in verità, un eroe buffo ma iconico, immortalato per caso mentre si gratta la pancia."
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#31 Ralph Robinson, “Il pifferaio dei pinguini”

"Nel nostro ultimo giorno di riprese alle Isole Falkland, dopo una settimana di spostamenti da un’isola all’altra, ci trovavamo a Volunteer Point, un promontorio sulla costa orientale di East Falkland, a nord-est di Stanley. Deve il suo nome al 1815, quando la nave da caccia alle foche Volunteer lasciò lì parte dell’equipaggio per raccogliere pelli, mentre il resto andava in cerca di nuove opportunità.
Volunteer Point è famosa per ospitare circa duemila coppie di pinguini reali, che si riproducono qui, nel punto più settentrionale del loro areale. Un tempo i pinguini reali erano quasi estinti nelle Falkland, e oggi gran parte della popolazione si trova proprio in questa zona.
Ho trascorso quasi tutta la giornata sdraiato sulla pancia, spesso nella sabbia, osservando i “Re” — uno spettacolo magnifico! Poco distante, un pastore sorvegliava il suo gregge, e per un momento mi è sembrato che questi pinguini reali stessero davvero guidando la strada.
Lunga vita ai Re!"
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#32 Annette Kirby, “Vattene via”

"Nel febbraio 2025 ho lasciato la mia casa nell'Australia Meridionale, dove le temperature estive vanno dai 25 ai 45 gradi, per volare sull'isola di Hokkaido, in Giappone, dove invece erano sotto zero — la giornata più fredda ha toccato i –18 °C.
È stato come entrare in un mondo invernale incantato, completamente diverso dal mio ambiente arido e caldo. Uno dei momenti più emozionanti è stato visitare Rausu, sulla penisola di Shiretoko, e lo stretto di Nemuro, dove in inverno si radunano le aquile di mare di Steller per pescare tra i blocchi di ghiaccio alla deriva. Con meno di 5.000 esemplari rimasti al mondo, questa specie è classificata come vulnerabile nella Lista Rossa dell’IUCN.
Le femmine possono pesare fino a 9,5 kg, il che ne fa l’aquila più pesante del pianeta, e la loro apertura alare, che può raggiungere i 2,5 metri, è tra le più ampie in assoluto. In Giappone sono protette e considerate un vero e proprio tesoro nazionale. E in effetti lo sono: osservarle e fotografarle mentre difendono il loro pescato è uno spettacolo affascinante. Il loro punto di osservazione preferito è il muro frangiflutti del porto di Rausu, dove attendono l’arrivo delle barche nella speranza di qualche pesce facile.
Ho scattato questa foto a un’aquila di Steller appollaiata in una profonda buca nella neve. Aveva appena catturato un pesce e si era posata sul muro del porto, trovando rifugio in un cumulo di neve fresca. Mentre altri uccelli le volteggiavano sopra, ho colto lo sguardo che ha rivolto verso di loro: era chiaro che non avrebbe ceduto la sua preda a nessuno. Dopo aver messo in chiaro le sue intenzioni, è rimasta vigile ma ha comunque potuto gustarsi il suo meritato pasto."
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#33 Antoine Rezer, “Operazione difesa del territorio”

"Dopo cinque settimane nel nord-est della Groenlandia per una missione scientifica, mi stavo lentamente riabituando alla civiltà trascorrendo una settimana in Islanda. Guidando lungo il bordo di un fiordo nel nord-ovest del Paese, ho avvistato alcuni falchi gerfalchi. Mi sono fermato a osservarli a lungo — c’era un’intera famiglia!
Poi il mio sguardo è stato catturato da un rapace più grande: un’aquila di mare codabianca. Incredibile! È atterrata dopo aver fatto capire ai falchi chi comandava. Mi godevo lo spettacolo, consapevole che non è una scena che si vede tutti i giorni.
Ma quando è arrivato un gabbiano, pensavo che l’aquila lo avrebbe facilmente tenuto a distanza. Mi sbagliavo! Il gabbiano ha tentato più volte di scacciarla con voli radenti, senza successo… finché non ha cambiato strategia e ha “sganciato la bomba” proprio sull’aquila! A quel punto, l’aquila si è alzata in volo e ha abbandonato il campo, lasciando il posto al gabbiano.
A volte, la motivazione può essere più forte della stazza!"
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#34 Peter Reinold, “Allunga la zampa”

"Quel giorno libero avevo in mente solo un piccolo viaggio in auto attraverso le Everglades, per rivedere alcuni luoghi che conoscevo già e combinarli con la mia nuova passione per la fotografia naturalistica. Arrivato in questo punto, contavo di fotografare qualche alligatore: di solito stazionano in zona e si vedono facilmente dalla passerella. Ma quella giornata i gator erano particolarmente tranquilli, immobili nello stagno. Così ho iniziato a guardarmi intorno, alla ricerca di altri animali — uccelli, magari qualche piccolo mammifero.
Ed è allora che ho notato lui, proprio sulla passerella. Le persone intorno non si erano nemmeno accorte della sua presenza. Ho puntato la macchina fotografica, mantenendo una buona distanza per non spaventarlo, e ho scattato una serie di foto. Sembrava perfettamente consapevole di essere al centro dell’attenzione e ha iniziato a “mettersi in posa”, allungandosi come un vero modello. Di timidezza, nemmeno l’ombra.
Quell’incontro mi ha anche dato l’occasione di testare la mia nuova attrezzatura: avevo appena fatto il passaggio a una mirrorless, il mio primo aggiornamento in 17 anni. Naturalmente, sono rimasto sbalordito da ciò che la tecnologia rende possibile oggi rispetto alla mia vecchia fotocamera."
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#35 Yann Chauvette, “La parrucca”

"Un rinoceronte indiano (Greater One-Horned Rhino) si gode un banchetto di prelibatezze acquatiche, immergendosi sott’acqua e riemergendo con… una nuova parrucca fatta del suo stesso gustoso pasto."
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#36 Bingqian Gao, “Come sarebbe che devo andare dal dentista?”

"Ho avvistato questo pesce istrice nelle acque basse del Mare di Cortez. Tra il gruppo, spiccava subito: teneva la bocca costantemente aperta, con un’espressione comica di stupore perenne. Osservandolo meglio, mi sono accorta che non riusciva proprio a chiuderla; all’interno stava persino iniziando a crescere uno spesso strato di alghe. Trattenendo il respiro, mi sono immersa fino al fondo sabbioso per fotografarlo di fronte, scherzando con lui (o forse con me stessa): “Amico, ti serve una visita dal dentista!”, scoppiando a ridere sott’acqua.
Ora che questa foto è tra le finaliste dei Nikon Comedy Wildlife Awards, spero che faccia sorridere anche gli altri. Ma dietro l’ironia si nasconde una verità più profonda: la vita marina è fragile, soprattutto mentre gli oceani si acidificano e gli ecosistemi cambiano. Senza un sistema di “assistenza sanitaria” come il nostro, anche un piccolo problema può diventare fatale.
Con empatia e scelte consapevoli, spero che possiamo costruire un mondo in cui anche la fauna selvatica possa prosperare come noi."
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#37 Diana Rebman, “Relax tra i rami!”

"Questo gibbone guance gialle se ne stava semplicemente appeso agli alberi, con l’aria di chi aspetta solo che qualcuno gli serva una birra."
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#38 Michael Stavrakakis, “Dipingi me come una delle tue ragazze della foresta”

Questa immagine è stata scattata nel Parco Nazionale di Tanjung Puting, nel sud del Borneo, e ritrae Sandra, la più anziana orangotango conosciuta della zona. Un tempo vissuta in cattività, Sandra era stata riabilitata e poi reintrodotta con successo in natura. Famosa per il suo carattere originale e unico, si è subito sentita a suo agio in nostra presenza e, in poco tempo, ha davvero “trovato il suo palcoscenico”.
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#39 Andrew Mortimer, “Sulle spalle dei giganti”

"“Se ho visto più lontano, è perché sono salito sulle spalle dei giganti”… o, in questo caso, dei giganti rana. In un tubo di trivellazione in una concessione mineraria, a circa due ore di macchina da Leonora, vive una piccola colonia di rane. Un po’ troppo basse per riuscire a guardare oltre il bordo del tubo in PVC, si arrangiano come possono… anche salendo una sull'altra!"
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#40 Kalin Botev, “Circo delle scimmie”

"Io e mia moglie Nellie eravamo in viaggio di nozze nell’Hwange National Park, in Zimbabwe, famoso per i suoi vasti paesaggi e le imponenti mandrie di elefanti. Eravamo lì proprio all’inizio della stagione delle piogge e abbiamo assistito al risveglio della natura dopo mesi di siccità. Anche se molti animali si erano dispersi e risultavano più difficili da avvistare, si percepiva ovunque l’entusiasmo portato dalla pioggia.
Una sera, mentre tornavamo al campo, ci siamo imbattuti in un gruppo di babbuini che giocavano su un enorme albero. Uno di loro era seduto su un grosso ramo, mentre gli altri correvano su e giù in cerchio. Ogni volta che gli passavano davanti, quello seduto cercava di afferrarli in modo buffo. Il gioco è andato avanti per più di un quarto d’ora, e i babbuini sembravano davvero divertirsi come in un vero e proprio circo."
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