30 commoventi storie di Natale che ti faranno riacquistare fiducia nelle persone

Un elemento che accomuna la maggior parte di queste belle storie è l’altruismo, cioè l’agire preoccupandosi del benessere di altre persone. L’altruismo puro è quello che ci spinge a fare cose per il semplice desiderio di aiutare, e non perché ci si sente obbligati per senso del dovere, lealtà o motivi religiosi.

La vita quotidiana è piena di piccoli atti di altruismo, dal tenere la porta aperta per un estraneo al dare cibo a un senzatetto. Altre buone azioni si fanno persino spazio tra le notizie di cronaca, ad esempio quando una trisnonna sforna centinaia di torte per i bambini delle famiglie povere, o quando dei passanti formano una catena umana per aiutare un cane che sta annegando.

Ma cos’è che ispira questi atti di altruismo, generosità e gentilezza? Vediamo cosa dicono gli esperti.

L’altruismo è quello che i sociologi chiamano comportamento prosociale. Il comportamento prosociale può essere definito qualsiasi azione che beneficia altre persone, indipendentemente dal motivo dell’azione o da eventuali vantaggi che l’autore dell’azione può trarre. Alcune persone differenziano il comportamento prosociale da quello che a volte viene definito puro altruismo, che implica l’assenza di aspettative o desideri di vantaggi personali.

Tutti gli atti altruistici sono prosociali, ma non tutti i comportamenti prosociali sono puramente altruistici.

Esistono diversi tipi di altruismo. Vediamo quali sono.

• Altruismo genetico: come suggerisce il nome, questo tipo di altruismo implica l’impegno in atti altruistici a beneficio dei familiari stretti.
• Altruismo reciproco: questo tipo di altruismo si basa su una relazione reciproca di dare e avere.
• Altruismo di gruppo: questo tipo di altruismo implica l’impegno in atti altruistici a beneficio di persone che appartengono ad un gruppo sociale.
• Altruismo puro: questa forma implica aiutare qualcun altro senza alcuna ricompensa, anche quando può essere rischioso. È motivato da valori morali.

Alcuni filosofi e biologi evoluzionisti ipotizzano la presenza di un gene dell’altruismo che fornisce ad una specie maggiori possibilità di sopravvivenza. Da un punto di vista psicologico, oltre a un’eventuale predisposizione genetica, i comportamenti prosociali puramente altruistici possono essere insegnati e sviluppati sia in famiglia che a scuola.

Per molti studiosi, l’istruzione a scuola e a casa deve superare l’acquisizione esclusiva di nozioni, abilità e comportamenti considerati “appropriati”. Gli studenti dovrebbero poter studiare in un ambiente dove regna altruismo e giustizia, in cui ognuno viene visto come un essere umano, e non solo come un vaso da riempire. Far sentire ogni studente importante e utile contribuisce a rendere il mondo un posto migliore.