Questa affermazione si riferisce ad un fenomeno noto come “soppressione saccadica”, che impedisce interruzioni della visione durante i movimenti oculari come l’ammiccamento.
Quando sbattiamo le palpebre, gli occhi si chiudono per una frazione di secondo. In questo lasso di tempo, la retina non riceve stimoli visivi. Tuttavia, non percepiamo queste interruzioni.
Ciò è dovuto all’attività del cervello, in particolare della corteccia visiva. Quando arriva l’input motorio di chiudere le palpebre, la corteccia visiva “congela” l’immagine che stiamo vedendo e la mantiene in memoria per la durata dell’ammiccamento.
In questo modo, quando riapriamo gli occhi l’immagine viene “ripristinata” dalla memoria cerebrale, dandoci la sensazione di una visione continua e senza interruzioni.
Si tratta quindi di un meccanismo integrato tra sistema motorio, visivo e corteccia cerebrale che ci impedisce di renderci conto del black-out visivo durante l’ammiccamento. – (“Gli amanti” di René Magritte)
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