Il corridore keniota Abel Mutai era a pochi metri dal traguardo, ma si confuse con i segnali e si fermò prima di tagliarlo, pensando di aver terminato la gara (1/42)

Dietro di lui c’era uno spagnolo, Ivan Fernandez, che, rendendosi conto di quello che stava succedendo, iniziò a gridare al keniano di continuare a correre. Mutai non conosceva lo spagnolo e non capiva. Ivan Fernandez spinse così Mutai verso la vittoria.

Un giornalista chiese a Ivan: “Perché lo hai fatto?”. Ivan rispose: “Il mio sogno è che un giorno potremo tutti vivere come una comunità, in cui ci spingiamo e ci aiutiamo a vicenda a vincere”. Il giornalista insisteva: “Ma perché hai fatto vincere il keniota?”. Ivan sispose: “Non l’ho fatto vincere, stava per vincere. La gara era sua”.

Il giornalista insistette e disse: “Ma avresti potuto vincere!” Ivan lo guardò e rispose: “Ma quale sarebbe stato il merito della mia vittoria? Quale sarebbe stato l’onore di questa medaglia? Cosa ne avrebbe pensato mia Madre?”

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