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La bellezza nel passato: 10 abitudini piuttosto discutibili che ci devono far riflettere

Il concetto di bellezza cambia di epoca in epoca. C’è stato il periodo in cui la donna formosa aveva la meglio su quella magra, mentre in anni più recenti ad attrarre maggiormente sono state le creature molto emaciate.

Ma se ci spostiamo ancora indietro nel tempo, scopriamo delle abitudini piuttosto particolari che ci lasciano perplessi.

Trucchi e pratiche ormai in disuso che oggi potremmo considerare insolite o addirittura assurde, ma che ci permettono di comprendere quanto e cosa siamo disposti ad accettare per inseguire quella che viene considerata “la bellezza”.

1. Piedi fasciati (dal X secolo fino all’inizio del XX secolo, Cina)

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La pratica dei piedi fasciati veniva usata per cambiare la forma dei piedi delle ragazze in modo che rimanessero piccoli. Questi piedi erano chiamati “Loto d’oro” e simboleggiavano lo status elevato di una donna. Le donne con i piedi fasciati finivano per sviluppare una serie di disabilità permanenti.

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La pratica non si è conclusa fino all’inizio del 20 ° secolo.

2. Rossetto fatto di insetti e formiche (antico Egitto)

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Caesar and Cleopatra / Gabriel Pascal Productions

Nell’antico Egitto il rossetto era molto popolare. Qui, quasi tutta la popolazione portava il rossetto, non per vanità ma per proteggersi dal sole cocente e dai venti aspri. All’inizio venivano utilizzati come coloranti alghe, iodio, bromo e mannitolo. Tuttavia, poiché questa combinazione era molto dannosa, gli egiziani impararono presto come fare una tintura rossa, chiamata carminio, da insetti e formiche. Secondo gli storici Cleopatra era una grande fan del rossetto rosso.

3. Le scarpe a punta chiamate Poulaine

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La poulaine fu un tipo di scarpa in cuoio molto di moda tra la nobiltà europea nel corso del XV secolo. Ispirata all’oriente, la calzatura veniva utilizzata per indicare il proprio status: le poulaine dei principi erano lunghissime, leggermente più corte erano quelle degli aristocratici e così via fino ad arrivare alle persone meno altolocate, a cui venivano riservati 12 cm appena. Vista la difficoltà di inginocchiarsi in preghiera calzando queste scarpe, la chiesa li definì “gli artigli di Satana”.

4. La moda delle maniche rigonfie

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Nell’epoca della regina Elisabetta I, tra gli uomini erano molto popolari le maniche rigonfie. Imbottite con cotone e a volte anche di segatura servivano a far apparire i signori più rispettabili e muscolosi. L’imbottitura non si fermava alle maniche ma veniva utilizzata anche nella zona del petto, della pancia e persino delle calze. Anche le donne utilizzarono le imbottiture per far sembrare più grandi busto, spalle e fianchi.

5. Cosmetici basati su elementi radioattivi (anni ’30)

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Nel 1898 gli scienziati francesi Pierre e Marie Curie scoprirono il radio. All’inizio degli anni ’30 i mercati si riempirono di cosmetici contenenti la pericolosa sostanza radioattiva. Ad esempio, una linea popolare di creme chiamata Tho-Radia ha permesso ai suoi produttori di fare un sacco di soldi promettendo alle donne una pelle splendente e luminosa, grazie al fatto che tra gli ingredienti ci fossero il radio e il torio. Le autorità di quel tempo probabilmente non si rendevano conto dei pericolosi effetti collaterali dei due ingredienti.

6. Unghie estremamente lunghe (antica Cina)

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Le unghie lunghe sono state popolari tra l’aristocrazia cinese per molti secoli. Erano un simbolo di ricchezza: chi portava le unghie lunghe mostrava di non aver bisogno di lavorare.

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I famosi ritratti dell’imperatrice Cixi (dinastia Qing) la raffigurano con unghie estremamente lunghe protette da copri unghie decorativi. Queste unghie e decorazioni erano tradizionali durante il periodo della dinastia Qing.

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Al giorno d’oggi è anche possibile vedere unghie lunghe sugli uomini cinesi ma la loro lunghezza non è così estrema come in passato.

7. La moda dei Macaroni

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Un gruppo di giovani rampolli nobili, di ritorno in Inghilterra da un viaggio attraverso l’Europa continentale, portò nel paese nativo una nuova moda alquanto stravagante, fatta di parrucche esageratamente grandi, abiti aderenti e una passione per un tipo di pasta italiana, i maccheroni ,allora poco conosciuti, da cui presero anche il soprannome di “macaroni”. Il termine assunse col tempo un significato più ampio: erano macaroni solo uomini alla moda, dall’abbigliamento sofisticato e ricercato e dall’attitudine decisamente mondana. Le parrucche assunsero dimensioni astronomiche e l’unico modo per toglierle era con l’aiuto di una spada.

8. Sudore da gladiatore come prodotto cosmetico (Antica Roma)

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Il sudore dei gladiatori era considerato un potente prodotto cosmetico ed era venduto in bancarelle di souvenir situate intorno alle arene dove si svolgevano battaglie di gladiatori.

9. Riduttore di mento (fine del XIX secolo)

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Nel 1890, il professor E.J. Mack creò un dispositivo speciale che prometteva di rimuovere il doppio mento e di ridurre le ghiandole ingrandite. Fu chiamato “tira le corde” e sembrava un dispositivo di tortura.

10. I denti neri delle donne giapponesi

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La pratica tradizionale di colorare i denti di nero, chiamata Ohaguro, in Giappone ha avuto inizio fin dall’antichità, per arrivare fino ai primi anni del ‘900, quando fu vietata per permettere al Giappone di modernizzarsi. Le donne bruciavano ossidi ferrosi, li miscelavano con te nero, una pappa a base di riso, sake e caramello, e con il pigmento risultante si tingevano i denti per esaltare il contrasto con i volti bianchissimi ottenuti grazie all’utilizzo di una cipria chiamata Oshiroi. I denti neri in contrasto col viso bianco aumentavano l’idea di inespressività, in modo che non si potessero distinguere i cambiamenti dell’umore. Inizialmente la pratica fu riservata alle donne nobili; per un periodo fu destinata ad entrambi i sessi ma poi ritornò esclusivamente alle donne.

Curiosità: le gambe dipinte

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Durante la Seconda Guerra Mondiale ci fu un deficit di nylon ma le donne non potevano sfoggiare gambe nude, considerate un’oscenità. La via d’uscita fu rappresentata dalle gambe dipinte. Le cuciture venivano dipinte direttamente sulle gambe e in alcuni casi venivano dipinte completamente con il colore dei collant. Esistevano diversi saloni di bellezza che offrivano il servizio alle loro clienti. Dopo la fine della guerra il business andò scomparendo mano mano che il nylon fece ritorno nel guardaroba delle donne.

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