Situato nell’isola di Formentera, in Spagna, Reusing Posidonia è un progetto edilizio ecosostenibile e sensibile ai cambiamenti climatici finanziato dal programma europeo LIFE + per i progetti di conservazione della natura. Un team di architetti e ricercatori lavorano insieme per studiare le risorse naturali del luogo e trovare soluzioni sostenibile per l’edilizia contemporanea. Questo approccio culturale è tipico dell’architettura tradizionale che privilegia i metodi di costruzione piuttosto che la forma. I materiali offerti da questa piccola isola sono limitati ai ginepri, protetti dalla legge, e alla sabbia arenaria, in via di esaurimento. Per questo, la squadra si è rivolta alla posidonia, una pianta acquatica che viene posata sulle spiagge dal mare.
Altre info: reusingposidonia.com
Gli architetti hanno testato soluzioni basate sul recupero delle lavorazioni artigianali locali ecocompatibili, solitamente portate avanti da piccole famiglie che vivono sull’isola.
Durante la costruzione di Reusing Posidonia, l’uso combinato di materiali locali con i materiali importati e dotati di etichettatura eco-friendly ha portato alla riduzione di oltre il 60% delle emissioni di CO2.
Tali materiali includono piastrelle smaltate fatte a mano e mattoni cotti in forni che utilizzano biomasse come combustibile.
Il team spiega l’idea alla base del progetto: “Invece di investire in un impianto chimico situato a 1.500 km di distanza, possiamo investire nella manodopera locale, che stenderebbe la posidonia ad asciugare al sole pressandola a mano. Il sale marino agisce come un biocida naturale ed è completamente rispettoso dell’ambiente”.
Ogni abitazione del progetto Reusing Posidonia è dotata di due facciate che catturano le brezze marine a nord e ad est. Questo orientamento raffredda passivamente l’interno durante l’estate e divide ciascun volume in due blocchi separati.
Ogni facciata presenta una disposizione di cavi che servono a facilitare la crescita delle piante rampicanti decidue.
Durante i mesi invernali, il controllo climatico passivo si basa su radiatori a bassa temperatura alimentati da una caldaia a biomassa centralizzata da 90 kW. Ogni abitazione ha scambiatori di calore che forniscono letture di consumo individuali.
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