36 sorprendenti foto di famosi leader mondiali da giovani

Ma cosa hanno in comune i leader mondiali di oggi, e cosa ci vuole per diventare uno di loro? Sembra che il paese in cui si studia abbia una certa importanza. Un’interessante analisi del British Council ha evidenziato, infatti, come molti di loro abbiano studiato in università del Regno Unito o degli Stati Uniti. Sebbene lo studio risalga al 2014, è probabile che i dati odierni non si discostino così tanto da quelli presi in esame.

Lo studio del 2014 rilevava che, su 245 attuali capi di stato, l’11% aveva studiato nel Regno Unito e il 12% negli Stati Uniti, il che significa che più di uno su cinque aveva studiato in uno di questi due paesi.

L’analisi del British Council continua: degli 85 leader che hanno scelto di studiare fuori dal proprio paese, il 34% ha scelto gli Stati Uniti, mentre il 31% ha preferito il Regno Unito. È anche interessante notare che un laureato su 50.000 delle università del Regno Unito è diventato un leader mondiale, mentre negli Stati Uniti la proporzione è di uno su 500.000. Ma è opportuno ricordare che ci sono molte più università e molti più laureati negli Stati Uniti che nel Regno Unito.

C’è stato un tempo in cui quasi tutti i leader postcoloniali avevano studiato a Oxford o Cambridge, magari per trovare il modo di cacciare i padroni colonialisti. Gandhi fu uno di loro, e descrisse la sua esperienza di studio in giurisprudenza all’Inner Temple come fondamentale per la successiva lotta per l’indipendenza indiana.

Nelle ultime generazioni, il Regno Unito e gli Stati Uniti hanno esportato leader “occidentalizzati” in Asia e Africa, anche se non sempre con risultati felici. Cosa rende USA e Regno Unito le mete preferite dai futuri leader mondiali che vogliono studiare all’estero? Uno dei fattori principali è sicuramente l’opportunità di imparare l’inglese, che è ancora la lingua della diplomazia e degli affari internazionali. E, oltre alla qualità dell’istruzione, sembra che le opportunità di entrare in importanti reti di conoscenze siano maggiori.

Ma questa attrattiva verso le università americane e inglesi non dev’essere data per scontata. Negli anni ’70 e ’80, anche il Canada attirava studenti universitari stranieri ma, ad un certo punto, è stato applicato un forte aumento delle tasse universitari agli studenti che provenivano dall’estero, il che ha causato un forte calo delle iscrizioni. Il Canada cessò, così, di essere una delle mete preferite degli studenti stranieri.

La tradizionale preferenza per le università americane e inglesi potrebbe cambiare con l’aumento di scuole di alta qualità in altri paesi, soprattutto Cina e India. Un esempio è l’ascesa della Indian School of Business di Hyderabad, che a soli dieci anni dalla sua fondazione si è classificata nella top ten mondiale. Si tratta spesso di università solide, attrezzate e con abbastanza soldi da attirare anche professori di fama mondiale.