La scorsa settimana, i Paesi Bassi hanno annunciato l’intenzione di abbattere migliaia di visoni “per motivi di salute pubblica”. Si tratta di esemplari allevati in otto allevamenti che sono risultati infetti dal coronavirus, e dove sono stati rilevati i primi due possibili casi noti di trasmissione del virus da un animale all’uomo. La decisione, sebbene sia stata presa per eliminare possibili focolai di COVID-19, ha destato indignazione.
Le organizzazioni per la protezione degli animali hanno subito avviato una campagna contro questa iniziativa del governo, ma il massacro è già iniziato, i visoni vengono abbattuti con l’uso di un gas letale, per non danneggiare la loro pelliccia. Secondo i media nazionali, solo sabato sono stati uccisi 1.600 visoni, adulti e cuccioli.
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Il governo olandese ha seguito le indicazioni degli esperti, i quali hanno affermato che allevamenti e aziende agricole infette possono trasformarsi in focolai e diffondere il contagio del virus molto velocemente.
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Gli allevamenti di visoni in tutto il paese vengono ispezionate dalle autorità sanitarie dopo la conferma di due casi di trasmissione del virus da animale a uomo, e sono state adottate diverse misure di sicurezza, come il divieto di accesso per i visitatori.
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L’allarme è scattato alla fine di aprile, quando le autorità olandesi hanno osservato problemi respiratori e gastrointestinali tra i visoni, poi risultati positivi al coronavirus.
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Gli allevamenti di visoni al fine di ricavarne pellicce sarà vietato dal gennaio 2024 grazie ad una sentenza della Corte Suprema del 2013. Ora, gli allevatori potranno chiedere allo stato un risarcimento per gli animali abbattuti se decideranno di chiudere la loro attività.
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